Martedì 29 agosto ore 18:00
Corte Morpurgo UD
IN GRAVA
recital/concerto con Rocco Burtone che canta e racconta.
Paolo Dal Sacco alla chitarra, Gianni Iardino alle tastiere.
(Le “Grave” si estendono su una superficie di circa 7.000 ettari a cavallo del fiume Tagliamento, tra le province di Pordenone e Udine.)
Molti anni fa veniva pubblicato un disco dal titolo IN GRAVA. Oggi quel disco è diventato un concerto/recital dedicato a racconti che nascono in Friuli e talvolta si smarriscono nelle strade dei ricordi. Ci si perde quindi nell’ascolto di un Friuli (e un’Italia) del dopoguerra che a fatica ma rapidamente recupera la gioia di vivere e quindi ci si inoltra nelle rivoluzioni culturali e incontri stravaganti con militari americani, la nascita dell’università friulana e la cultura rurale ma determinata dell’epoca. E’ un recital che coniuga l’aneddoto alle incognite sociali, senza dimenticare le piccole storie delle famiglie della Grava (si parla quindi dei primi televisori in b/n e dei cessi nei cortili e della carta igienica di allora che altro non era che i fogli dei giornali).
Da giovane Burtone aveva deciso di diventare cantautore anarchico, libero da qualsiasi condizionamento contrattuale e di mercato e se ne andava in giro per l’Italia, dal Friuli alle Marche alla Sardegna alla Sicilia a raccontare storie libertarie e fantasticando di rivoluzioni non violente e dittature da combattere. I suoi testi erano talvolta feroci, circondati però da un’aura ironica e canzonatoria che innervosiva i politici e i benpensanti dell’epoca.
Il recital/concerto rifugge però da qualsiasi tentativo di rimpianti nostalgici, anzi! E’ una nostalgia che guarda al passato senza desiderio di ritorno al passato, ma con lo sguardo proiettato sempre al futuro. Del resto Burtone è invecchiato, ecco perché scruta il futuro; non si sa mai che ne esca un nuovo progetto musicale. Sarà uno spettacolo in cui le regole perderanno il loro valore.
Le canzoni (alcune):
LA CITTA’ D’UTOPIA: il sogno di una società che non discrimini.
IN GRAVA: Le tazze di brodo fumante riempivano la cucina, la nonna nell’aia col mais nelle mani gridava alle galline, uno sguardo al cielo, che diranno mai le nuvole? Preghiera di dicembre “Babbo Natale dammi carbone, ch’io possa scaldarmi, per non ammalarmi, ch’io possa godere di questo sottile piacere”.
VIA MANTICA: quando nelle periferie “Iddio non s’è fermato mai”.
FANTASMA: dagli aerei nei cieli di Argentina venivano lanciati in mare. Plaza de Mayo.
MORTE A TEMPO DI JAZZ: Che strano fu il destino del buon verniciatore ucciso da un’orchestra che suonava a tutte l’ore, lui voleva improvvisare una vita meno amara, l’han mandato al camposanto col bemolle nella bara.